Articolo di Damilano
Espresso Damilano Un No per ricucire
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da Massimo Marnetto
Luigi Manconi nel suo articolo su la Repubblica, “Sardine, l’arte del congedo”, elogia il loro apporto definendolo “…una politica come bene strettamente necessario, che, a differenza di molte altre esperienze del passato, non è destinata a produrre leader autoritari o soi disant carismatici, élite chiuse, apparati settari, discipline e scissioni. È stato questo il mesto destino di movimenti quali, tra gli altri, La Rete, i Girotondi, il Popolo Viola, i 5 Stelle”.
Non sono d’accordo con Manconi.
Ho dato il mio contributo ai Girotondi e non ho visto “élite chiuse o apparati settari”, ma partecipazione diffusa e spontanea da proto-Sardine. Non c’era nemmeno “un leader autoritario né sedicente carismatico”, visto che Nanni Moretti – l’esponente più conosciuto di quella stagione – ha sempre rifiutato quel ruolo ed è tornato al suo lavoro dopo essersi esposto unicamente per dovere civile, in un periodo di montante berlusconismo verso il quale il più grande partito di sinistra non riusciva a dire “cose di sinistra”. Mi dispiace che Manconi, di solito accurato nelle analisi, abbia addensato in una “marmellata di movimenti”, realtà invece molto diverse per cause, fasi ed evoluzioni.
Mio commento: Sono scesa in piazza con tutti, salvo l’ultimo, che ho però seguito dai primi contatti in rete. Sono stati e sono il tentativo di offrire ruolo e spazio a chi per scelta o perchè respinto, non trova spazio e ruolo nei partiti, questi sì monopolizzati da èlite e apparati settari. Anche io dissento dall’articolo di Luigi Manconi e offro la mia testimonianza a supporto di quanto scrive Massimo. Ricordo ancora con emozione quando abbiamo fatto un gioioso girotondo intorno al MIUR e l’altro intorno alla RAI. E anche quando ho incontrato Franca Rame al Teatro Vittoria. Eletta senatrice si dimise.
DaMassimo Marnetto
Quello che una volta era fatto di persone con caratteristiche precise: conformismo, posto fisso, sacrificio familista, cattolici quanto basta e pasticcini la domenica. Una borghesia mediana che seguiva il flusso, tollerava la corruzione, perché intanto vedeva arrivare in casa la tv e poi la lavatrice, dopo la fatica e gli stenti di un’infanzia di guerra e dittatura. Oggi, i “moderati” del boom sono in via d’estinzione; i loro figli sono genitori in pensione, ultima tutela sociale per i loro giovani bloccati in casa dal precariato o ridotti ad affetti skype all’estero.
Il “centro” è modernariato politico. La realtà è polarizzata. Proprio in quella destra e sinistra che i grillini (e non solo) negano. Il resto è astensionismo da abbandono per chi è troppo povero o da indifferenza per chi è troppo ricco. In questo quadro, chi – come Renzi – si allontana dalla sinistra non va al centro, ma a destra.
Dato che in questo momento non c’è alcuna Presidente di regione in carica mi è venuto il desiderio di indagare quante e quali siano state le Presidenti.
Innanzitutto quando sono nate le regioni?” L’Italia introdusse le regioni nel suo ordinamento giuridico con la Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, che agli articoli 114 e 115 prevedeva infatti: «La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni.» (Costituzione italiana, art. 114) «Le Regioni sono costituite in enti autonomi con propri poteri e funzioni secondo i principî fissati nella Costituzione.» (Costituzione italiana, art. 115). Il Friuli e la Venezia Giulia vennero accorpati nella regione Friuli-Venezia Giulia e gli Abruzzi e il Molise accorpati nella regione Abruzzi e Molise. Nel 1963 la regione Abruzzi e Molise venne di nuovo scorporata nelle due regioni Abruzzo e Molise portando a 20 il numero attuale delle regioni. WIKIPEDIA
Ed ecco ora il risultato della mia indagine.
Iniziamo a conoscerle:
Ed ecco le due regioni che hanno avuto due donne Presidenti.
Friuli Venezia Giulia:
Umbria:
Da Massimo Marnetto
Cosa fa scendere in Piazza Monetecitorio la Meloni e Salvini non è chiaro.
Che siano di cattivo umore per essere all’opposizione – soprattutto Salvini – è comprensibile. Ma nessuno può chiamare questo, un “Governo truffa”, perché la sua maggioranza in Parlamento sembra proprio averla. E se le Camere confermeranno questa previsione, vuol dire che i rappresentati della maggioranza degli italiani hanno scelto di dare a questa legislatura una seconda opportunità.
La Meloni, però, ha le idee un po’ confuse. “Da un anno e mezzo – dichiara – la destra vince tutte le elezioni ma oggi ci ritroviamo il governo più a sinistra della storia repubblicana. E la chiamano democrazia!” Sì, gentile Meloni, è proprio la democrazia che prevede la differenza tra le varie elezioni e quelle politiche. E’ solo queste definiscono i numeri dei parlamentari, per poi comporre maggioranze e minoranze. Le elezioni europee o amministrative servono ad altro.
Ciò detto, nessuno può impedirle di protestare per “ROvesciare il SIstema COrrotto”. La reazione RO.SI.CO. è naturale.
Un augurio di buon lavoro a Elena Bonetti, finalmente di nuovo le Pari Opportunità sono presenti al tavolo del Consiglio dei Ministri.
Purtoppo c’è molta confusione: non si riesce a distinguere tra ministri e ministre con portafoglio e senza. In particolare per le Pari Opportunità si parla di Ministero e di ritorno a un Ministero che non c’è e non c’è mai stato. L’importante è che ci sia la Ministra, che fa parte, diversamente dai Sottosegretari, del Consiglio dei ministri.
Abbiamo avuto in passato Ministre alle Pari Opportunità, la prima è stata Anna Finocchiaro, poi vari Governi senza ministre e le conseguenze sono state gravi perché i diritti delle donne in questi casi non erano presenti al Consiglio dei ministri. Comunque tutte le Ministre alle Pari Opportunità, compresa quella nell’attuale Governo, sono ministre senza portafoglio, e cioè senza Ministero.
Basterebbe guardare la composizione dei vari Governi o chiedere a qualsiasi persona che conosce i primi elementi di diritto costituzionale.
Aiutatemi a diffondere queste nozioni che ho raccolto da WIKIPEDIA:
All’atto della costituzione del nuovo governo, possono essere nominati Ministri senza portafoglio, contestualmente alla nomina degli altri ministri, con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri. Nel decreto non occorre specificare i loro compiti, che possono essere definiti in un momento successivo. Il ministro senza portafoglio, come tutti gli altri Ministri, presta giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica. Ai sensi dell’art. 9 della Legge 400/1988 sulla disciplina dell’attività di Governo e dell’ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministri senza portafoglio svolgono le funzioni a loro delegate dal Presidente del Consiglio, sentito il Consiglio dei Ministri, e rese pubbliche mediante pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale. Quanto ai poteri dei Ministri senza portafoglio, essi, pur non essendo a capo di un dicastero, partecipano alla generale determinazione dell’indirizzo politico, esplicando funzioni di governo collegialmente in seno al Consiglio dei ministri.
Cittadini e Amministrazione sono chiamati a decidere insieme come utilizzare 20 milioni di euro per interventi di decoro urbano su tutto il territorio cittadino.
Dal 10 giugno è possibile presentare proposte e progetti attraverso la piattaforma telematica disponibile nell’area Partecipa del sito di Roma Capitale. Tutti i contributi sono visibili online e possono essere sostenuti cliccando sul tasto “Sostieni”.
I Municipi sono chiamati a partecipare presentando le loro idee e coinvolgendo i cittadini, anche attraverso momenti di incontro e confronto sul territorio.
A ottobre le proposte che avranno superato le diverse fasi di selezione saranno oggetto di una votazione finale online, al termine della quale verranno approvate le graduatorie degli interventi da realizzare, suddivise per ambiti municipali.
Chi può partecipare?
Possono partecipare le cittadine e i cittadini, residenti, domiciliati o che svolgano attività di lavoro o studio nel territorio capitolino, iscritti al portale di Roma Capitale o in possesso di SPID o Carta Nazionale dei Servizi.
Nei Punti Roma Facile si può richiedere un aiuto concreto per partecipare a tutte le fasi del processo, grazie al supporto dei facilitatori digitali.
Maggiori informazioni su:
https://www.comune.roma.it/web/it/processi-partecipativi.page o tramite contact center Chiama Roma 060606 o presso l’URP – Ufficio Relazioni con il Pubblico più vicino.
Perché ancora non sono state pubblicate sul sito del Ministero dell’interno le liste delle candidate e dei candidati?
Una evidente e inaccettabile violazione dei diritti delle elettrici e degli elettori. per i quali Aspettare stanca si è battuta sin dall 2006, anno della sua fondazione, quando chiese e ottenne, pur in assenza ancora di una legge, la pubblicazione delle liste in occasione della prima applicazione del porecllum.
Ancora oggi, 7 maggio 2019, a 20 giorni dalla chiamata alle urne, non risultano pubblicate le liste per le europee e neanche i facsimili delle schede.
https://dait.interno.gov.it/elezioni/speciale-europee
https://dait.interno.gov.it/elezioni/trasparenza/europee2019
Eppure ora esistono vari e chiari obblighi di legge, disattesi in maniera inaccettabile dall’amministrazione competente (ministero dell’interno), grazie alla compiacente e corresponsabile inerzia dell’intero Governo e dello stesso Parlamento.
Le conseguenze sono gravi: ci si chiede anche come le emittenti, la stessa AGCOM, il CNU e i CORECOM possano rispettare e far rispettare quanto previsto nella Delibera n. 94/19 dell’ AGCOM sulla disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione.
Per la RAI il problema si pone anche rispetto all’osservanza della delibera approvata dalla Commissione parlamentare di vigilanza nella seduta del 2 aprile scorso.
Forse la Direzione Centrale dei Servizi Elettorali, oltre a rispondere alla domanda n. 23 (vedi sotto) avrebbe dovuto attivarsi per rispettare l’obbligo che compete per legge al Ministero dell’interno.
Ai sensi dell’art.4 della legge 3 novembre 2017, n.165 e dell’art.11 della legge 24 gennaio 1979, n.18, in un’apposita sezione del sito internet del Ministero dell’interno (denominata “Elezioni trasparenti”) sono pubblicati – in maniera facilmente accessibile – per ciascun partito, movimento e gruppo politico organizzato che abbia presentato liste:
Nella medesima sezione del sito sono pubblicate, per ciascun partito, movimento o gruppo politico organizzato, le liste di candidati presentate per ciascuna circoscrizione.
Eppure, con decreto del 20 marzo scorso, il ministro dell’interno, in adempimento delle relative norme di legge, ha disposto quanto segue:
Articolo 1
(Destinatari e procedimento di pubblicazione)
Per il Parlamento europeo si possono ancora votare due donne, ma solo se accompagnate
Sulle preferenze per le europee c’è chi diffonde istruzioni ancora più complicate di quanto necessario per esprimere la preferenza a una o a due donne. (vale anche per chi volesse votare uno o due uomini, ma stranamente non abbiamo trovato notizie false al riguardo).
Confermiamo, dopo aver letto e riletto la legge del 2014 e le istruzioni del Ministero, (vedi in calce) che niente vieta di esprimere una sola preferenza per una donna (o per un uomo), o due preferenze di seguito per candidati dello stesso sesso, purché in questo caso siano seguite (o precedute ) da una terza preferenza per un candidato di sesso diverso.
Si può quindi dare una sola preferenza a una donna, meglio darne due, ma in questo caso è necessario ci sia anche un’altra per un uomo, altrimenti la seconda è annullata.
Detto in altro modo, se si vuole dare la preferenza a due donne è necessario ci sia una terza preferenza per un uomo, puoi invece anche votare solo una donna.
Ecco quanto scritto sulle preferenze nel doc istruzioni del Ministero dell’interno:
“Ogni elettore ha diritto di manifestare il voto di lista tracciando un segno sul contrassegno della lista prescelta o nel rettangolo che lo contiene. L’elettore può anche esprimere fino a un massimo di tre preferenze per candidati della stessa lista. Se l’elettore esprime due o tre preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza. “
Legge del 2014https://www.money.it/elezioni-europee-2019-legge-elettorale-Italia-Europa