Articolo di Damilano
Espresso Damilano Un No per ricucire
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Dato che in questo momento non c’è alcuna Presidente di regione in carica mi è venuto il desiderio di indagare quante e quali siano state le Presidenti.
Innanzitutto quando sono nate le regioni?” L’Italia introdusse le regioni nel suo ordinamento giuridico con la Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, che agli articoli 114 e 115 prevedeva infatti: «La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni.» (Costituzione italiana, art. 114) «Le Regioni sono costituite in enti autonomi con propri poteri e funzioni secondo i principî fissati nella Costituzione.» (Costituzione italiana, art. 115). Il Friuli e la Venezia Giulia vennero accorpati nella regione Friuli-Venezia Giulia e gli Abruzzi e il Molise accorpati nella regione Abruzzi e Molise. Nel 1963 la regione Abruzzi e Molise venne di nuovo scorporata nelle due regioni Abruzzo e Molise portando a 20 il numero attuale delle regioni. WIKIPEDIA
Ed ecco ora il risultato della mia indagine.
Iniziamo a conoscerle:
Ed ecco le due regioni che hanno avuto due donne Presidenti.
Friuli Venezia Giulia:
Umbria:
Da Massimo Marnetto
Cosa fa scendere in Piazza Monetecitorio la Meloni e Salvini non è chiaro.
Che siano di cattivo umore per essere all’opposizione – soprattutto Salvini – è comprensibile. Ma nessuno può chiamare questo, un “Governo truffa”, perché la sua maggioranza in Parlamento sembra proprio averla. E se le Camere confermeranno questa previsione, vuol dire che i rappresentati della maggioranza degli italiani hanno scelto di dare a questa legislatura una seconda opportunità.
La Meloni, però, ha le idee un po’ confuse. “Da un anno e mezzo – dichiara – la destra vince tutte le elezioni ma oggi ci ritroviamo il governo più a sinistra della storia repubblicana. E la chiamano democrazia!” Sì, gentile Meloni, è proprio la democrazia che prevede la differenza tra le varie elezioni e quelle politiche. E’ solo queste definiscono i numeri dei parlamentari, per poi comporre maggioranze e minoranze. Le elezioni europee o amministrative servono ad altro.
Ciò detto, nessuno può impedirle di protestare per “ROvesciare il SIstema COrrotto”. La reazione RO.SI.CO. è naturale.
Da Daniela Domenici:
Dopo aver elencato chi sono le 31 europarlamentari neoelette o rielette
e dopo avervi fornito qualche dato biografico su di loro
ho voluto vedere quali siano i loro titoli di studio, eccoli.
La laurea più gettonata tra le europarlamentari neoelette o rielette è quella in Giurisprudenza, ben 12.
Ci sono poi due mediche, due docenti universitarie, una magistrata, quattro avvocate.
L’anno di nascita con più europarlamentari è il 1983.
Patrizia Toia – 1950 – laurea in Scienze Politiche
Caterina Chinnici – 1954 – laurea in Giurisprudenza, magistrata
Luisa Regimenti – 1959 – medica legale
Anna Cinzia Bonfrisco – 1962 – laurea non specificata, imprenditrice
Lucia Vuolo – 1963 – laurea in Giurisprudenza
Alessandra Basso – 1967 – laurea in Giurisprudenza
Elena Lizzi – 1967 – nessun titolo di studio trovato, è stata Assessora al Comune di Udine
Daniela Rondinelli – 1967 – nessun titolo di studio trovato, sindacalista CISL
Rosanna Conte – 1968 – laurea in Giurisprudenza, avvocata
Elisabetta Gualmini – 1968 – laurea in Scienze Politiche, docente universitaria a Bologna
Chiara Maria Gemma – 1968 – laurea in Pedagogia, docente universitaria a Bari
Rosa D’Amato – 1969 – laurea in Scienze Motorie
Pubblicati da Daniela Dominici su Daniela e dintorni i dati definitivi sulle europarlamentari italiane neoelette o rielette lo scorso 26 maggio.
Sono stati/e eletti/e 73 europarlamentari di cui 31 donne, il 42,4%.
Ecco chi sono.
Circoscrizione nordovest:
Circoscrizione nordest:
Circoscrizione centro:
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Circoscrizione Sud:
Circoscrizione Isole:
RESOCONTO DI DANIELA DOMENICI
Daniela Domenici ha concluso le analisi di tutte le Sindache italiane neoelette o rielette lo scorso 26 maggio che sono state 616 su 3.664, il 16,8%.
Il 9 giugno c’è stato il ballottaggio e sono state neoelette o rielette altre 19 Sindache che si aggiungono alle 616 precedenti.
Il totale delle Sindache neoelette o rielette tra il 26 maggio e il 9 giugno è, quindi, di 635 su 3.823, il 16,6%
Le Sindache neoelette o rielette il 9 giugno sono:
Elena Piastra a Settimo Torinese (TO)
Daniela Ballico a Ciampino (RM)
Silvia Marchionini a Verbania (VB)
Martina Vesnaver a Spinea (VE)
Luciana Laera a Putignano (BA)
Sandrina Schito a Copertino (LE)
Maria Arcangela Fiorito a Muggiò (MB)
Giulia Mugnai a Figline e Incisa Valdarno (FI)
Paola Lungarotti a Bastia Umbra (PG)
Simona De Caro a Monsummano Terme (PT)
Roberta Tardani a Orvieto (TR)
Daniela Maldini a Novate Milanese (MI)
Francesca Mele a Marsciano (PG)
Antonella Gualchia a Beinasco (TO)
Giogia Bedin a Monselice (PD)
Maria Irene Bellifemine a Malnate (VA)
Valentina Vada a San Giovanni Valdarno (AR)
Patrizia Andreaotti a Noale (VE)
Francesca Brogi a Ponsacco (PI)
Le altre sindache Regione per Regione:
Perché ancora non sono state pubblicate sul sito del Ministero dell’interno le liste delle candidate e dei candidati?
Una evidente e inaccettabile violazione dei diritti delle elettrici e degli elettori. per i quali Aspettare stanca si è battuta sin dall 2006, anno della sua fondazione, quando chiese e ottenne, pur in assenza ancora di una legge, la pubblicazione delle liste in occasione della prima applicazione del porecllum.
Ancora oggi, 7 maggio 2019, a 20 giorni dalla chiamata alle urne, non risultano pubblicate le liste per le europee e neanche i facsimili delle schede.
https://dait.interno.gov.it/elezioni/speciale-europee
https://dait.interno.gov.it/elezioni/trasparenza/europee2019
Eppure ora esistono vari e chiari obblighi di legge, disattesi in maniera inaccettabile dall’amministrazione competente (ministero dell’interno), grazie alla compiacente e corresponsabile inerzia dell’intero Governo e dello stesso Parlamento.
Le conseguenze sono gravi: ci si chiede anche come le emittenti, la stessa AGCOM, il CNU e i CORECOM possano rispettare e far rispettare quanto previsto nella Delibera n. 94/19 dell’ AGCOM sulla disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione.
Per la RAI il problema si pone anche rispetto all’osservanza della delibera approvata dalla Commissione parlamentare di vigilanza nella seduta del 2 aprile scorso.
Forse la Direzione Centrale dei Servizi Elettorali, oltre a rispondere alla domanda n. 23 (vedi sotto) avrebbe dovuto attivarsi per rispettare l’obbligo che compete per legge al Ministero dell’interno.
Ai sensi dell’art.4 della legge 3 novembre 2017, n.165 e dell’art.11 della legge 24 gennaio 1979, n.18, in un’apposita sezione del sito internet del Ministero dell’interno (denominata “Elezioni trasparenti”) sono pubblicati – in maniera facilmente accessibile – per ciascun partito, movimento e gruppo politico organizzato che abbia presentato liste:
Nella medesima sezione del sito sono pubblicate, per ciascun partito, movimento o gruppo politico organizzato, le liste di candidati presentate per ciascuna circoscrizione.
Eppure, con decreto del 20 marzo scorso, il ministro dell’interno, in adempimento delle relative norme di legge, ha disposto quanto segue:
Articolo 1
(Destinatari e procedimento di pubblicazione)
Per il Parlamento europeo si possono ancora votare due donne, ma solo se accompagnate
Sulle preferenze per le europee c’è chi diffonde istruzioni ancora più complicate di quanto necessario per esprimere la preferenza a una o a due donne. (vale anche per chi volesse votare uno o due uomini, ma stranamente non abbiamo trovato notizie false al riguardo).
Confermiamo, dopo aver letto e riletto la legge del 2014 e le istruzioni del Ministero, (vedi in calce) che niente vieta di esprimere una sola preferenza per una donna (o per un uomo), o due preferenze di seguito per candidati dello stesso sesso, purché in questo caso siano seguite (o precedute ) da una terza preferenza per un candidato di sesso diverso.
Si può quindi dare una sola preferenza a una donna, meglio darne due, ma in questo caso è necessario ci sia anche un’altra per un uomo, altrimenti la seconda è annullata.
Detto in altro modo, se si vuole dare la preferenza a due donne è necessario ci sia una terza preferenza per un uomo, puoi invece anche votare solo una donna.
Ecco quanto scritto sulle preferenze nel doc istruzioni del Ministero dell’interno:
“Ogni elettore ha diritto di manifestare il voto di lista tracciando un segno sul contrassegno della lista prescelta o nel rettangolo che lo contiene. L’elettore può anche esprimere fino a un massimo di tre preferenze per candidati della stessa lista. Se l’elettore esprime due o tre preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza. “
Legge del 2014https://www.money.it/elezioni-europee-2019-legge-elettorale-Italia-Europa
Le donne elette sono 8 su 28, una percentuale del 28,57%
Ecco tutti/e gli/le eletti/e:
LEGA SALVINI TRENTINO
BISESTI MIRKO 3.910 FAILONI ROBERTO 2.336 PACCHER ROBERTO (Pacher) 2.312 ZANOTELLI GIULIA 2.212 MORANDUZZO DEVID 2.111 SEGNANA STEFANIA 1.946 DALZOCCHIO MARA 1.567 PAOLI DENIS 1.456 CATTOI VANESSA 1.352 AMBROSI ALESSIA (Alessia) 1.318 ROSSATO KATIA 1.206 JOB IVANO 1.047 SAVOI ALESSANDRO (Cionfoli) 990
PROGETTO TRENTINO
TONINA MARIO 2.496
AGIRE PER IL TRENTINO
CIA CLAUDIO (Ciola) 1.732
CIVICA TRENTINA
GOTTARDI MATTIA 2.056 BORGA RODOLFO 1.759
ASSOCIAZIONE FASSA
GUGLIELMI LUCA 651 (ladino)
AUTONOMISTI POPOLARI
KASWALDER WALTER (Walter) 2.010
FORZA ITALIA
LEONARDI GIORGIO 1.031
UNIONE PER IL TRENTINO
DE GODENZ PIETRO (Piero) 1.885
FUTURA 2018
GHEZZI PAOLO 5.275 COPPOLA LUCIA 1.675
PARTITO DEMOCRATICO
OLIVI ALESSANDRO 5.688 FERRARI SARA 4.063 ZENI LUCA 2.936 MANICA ALESSIO 2.001
MOVIMENTO 5 STELLE
MARINI ALEX 751
3 anni dalla firma dell’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile
12 anni da ora al 2030
5 è l’obiettivo Parità di genere dell’Agenda ONU
82 la posizione dell’Italia nel 2017 su 144 totali in fatto di uguaglianza di genere
32 i posti che l’Italia ha perso dal 2016
41 posti che l’italia ha perso dal 2015
15 i giorni di congedo obbligatorio dei padri ritenuti necessari per creare un valido rapporto paterno fin dalla nascita
4 i giorni di congedo obbligatorio dei padri italiani nel 2018
0 i giorni di congedo obbligatorio dei padri italiani nel 2019 se nel DEF non ci fosse più lo stanziamento
Nei prossimi giorni lo sapremo