Sabato 4 novembre siete tutti invitati alla Spizzichina (16-18.30 – ingresso libero vedi locandina) e sarete allietati da una manifestazione ricca di contenuti in un contesto suggestivo e ricco di storia e cultura. Sono riservate varie sorprese e nell’ambito musicale vi porterò a conoscenza della mia ultima scoperta che mi ha molto divertito e che credo lo sarà altrettanto per voi. Come sapete, da decenni sono alla ricerca di fatti, eventi, personaggi… che hanno messo in risalto l’immagine della Giustiniana e dintorni. Vi accenno al riguardo di che si tratta: nel 1400 andarono in voga in Italia “le giustiniane”, dal nome del compositore veneziano Leonardo Giustinian; da giovane si dedicò alla stesura di motivi sacri, aiutato dal fratello Lorenzo, “Vescovo di profonda pietà cristiana”, ma con gli anni si dilettò a realizzare – per il piacere di divertire, Dogi compresi – gli “strambotti amorosi”. Bizzarri componimenti musicali della poesia popolare accolti con grande entusiasmo dal pubblico di qualsiasi condizione sociale da far nascere una moda letteraria. La curiosità particolare è che vennero eseguiti anche alla Spizzichina per allietare i Papi veneti Eugenio IV e Paolo II. Ne sono stati scritti 27, purtroppo la musica è andata perduta, ma sono riuscito a trovarne uno molto divertente in cui un giovane tenta in ogni modo di corteggiare una bella e avvenente giovanetta, ma…; il resto ve lo racconto nella “Sala Grande” del Castello.Ciao e arrivederci a presto! Enzo Abbati
Archive for ottobre 2017
Sabato 4 novembre ore 16-18.30 strambotti amorosi al castello della Spizzichina – Giustiniana Roma
18 ottobre 2017L’Alleanza Popolare per la Democrazia e l’Uguaglianza, anche nei Municipi XIII, XIV e XV di Roma
17 ottobre 2017100 piazze per il programma
Il percorso del Brancaccio nei nostri Municipi. Nella linea tracciata il 18 giugno dall’assemblea tenuta al teatro Brancaccio e che si sta snodando in tutto il Paese con ci siamo messi in movimento per dare un segnale di discontinuità rispetto alle politiche degli ultimi anni, che hanno scavato un solco profondo tra i cittadini e le istituzioni.
Intendiamo costruire un luogo di abitabilità politica, dove convivono singoli cittadini senza tessere, membri di associazioni, iscritti a partiti, movimenti, sindacati, con l’obiettivo di confrontarsi per elaborare proposte tematiche, incardinate nell’ambito dei “dieci punti” del programma indicati da Anna Falcone e Tomaso Montanari al Brancaccio. Dieci punti che, ricordando l’art. 3 della Costituzione, ci propongono una piattaforma politica, civica e di sinistra, su cui costruire una nuova rappresentanza.
In questo cantiere programmatico e reticolare abbiamo adottato un metodo inclusivo ed aperto alle numerose articolazioni tematiche e territoriali, per dare finalmente riconoscimento e sostanza alla democrazia diretta attraverso la partecipazione più ampia possibile.
Il tema prescelto, tra i tanti, sulla base dei numerosi contributi forniti dai partecipanti alle riunioni preliminari, è “Le città : gli spazi urbani e sociali”. Su questo terremo un’Assemblea Territoriale il prossimo sabato, 21 ottobre, con la partecipazione di Anna Falcone, Vezio De Lucia e Andrea Ranieri. In particolare cercheremo di costruire insieme delle proposte nell’ambito delle seguenti problematiche:
- Assetto Istituzionale della Città. Revisione della normativa sui poteri degli Enti locali, procedure di programmazione, decentramento amministrativo, partecipazione dei cittadini, controllo sociale sui servizi, accoglienza.
- Gestione del territorio urbanizzato e “ cemento zero “, diritto alla casa, verde pubblico, mobilità sostenibile
Le proposte verranno definite da gruppi di lavoro aperti, realizzando quella discontinuità di merito e di metodo cui il “percorso del Brancaccio” si richiama. Sarà compito dell’Assemblea giungere ad una sintesi ben definita, che contribuirà, a sua volta, alla formazione del programma nazionale dell’Alleanza Popolare per la Democrazia e l’Uguaglianza.
Non si parlerà, pertanto, né di personalismi, né di posizionamenti, ma solo di esigenze dei cittadini e di possibili programmi concreti.
Per rendere più ricchi possibile i contributi e ottimizzare l’organizzazione dei lavori, vi chiediamo di comunicarci la vostra partecipazione e di far arrivare i vostri suggerimenti relativi a possibili proposte di intervento sul tema complessivo o sulle singole problematiche. Questi contributi faranno parte del materiale che verrà elaborato nel corso della riunione. Vi chiediamo anche di volerci anticipare se e su quali temi pensate di voler intervenire nel corso dell’Assemblea. Potete inviarci queste informazioni scrivendo a: 100piazze.romano@gmail.com
Arrivederci a sabato 21 ottobre, ore 10: l’Assemblea Territoriale dei Municipi XIII, XIV e XV, si terrà presso il CARPET, via Luigi Morandi, 9 – 00135 (di fronte al Forte Trionfale)
Il Comitato 100 piazze per il programma – Roma Nord Ovest |
Erri De Luca Concerto Napolide
16 ottobre 2017Ánema & Erri De Luca Concerto Napolide
Erri De Luca voce narrante
Marcello Corvino violino
Biagio Labanca chitarra
Massimo De Stephanis contrabbasso
Fabio Tricomi oud, tamorre e mandolino
“Chi nato a Napoli si stacca e perde la cittadinanza è Napolide”
Erri De Luca
Racconta Erri De Luca: “Quando i Greci fondarono Napoli avevano esaurito tutto la loro fantasia geografica. Decisero, allora, di chiamarla provvisoriamente Neapolis “città nuova”. Ma il mondo era pieno di città nuove che si chiamavano così. Allora i napoletani decisero di specializzarsi per rendere inconfondibile il loro luogo. E hanno fatto di Napoli una città leggendaria”. Concerto Napolide è un viaggio attraverso le bellezze e le contraddizioni di un posto unico al mondo. È un racconto in musica che trae spunto dal libro intitolato, appunto, Napolide, scritto da Erri De Luca che di questo concerto raccontato ne è anche l’interprete. Le musiche sono affidate agli Ánema che partendo dai grandi capolavori della musica napoletana ce le riconsegneranno in una veste inedita. Non resta che lasciarsi accompagnare.
Serata magica ieri all’Auditorium della musica di Roma.
Dopo aver lasciato l’auto al comodo parcheggio sotterraneo, che molti colpevolmente evitano e non utilizzano neanche quello esterno, a prova di claustrofobia, intasando le vie d’accesso e il villaggio olimpico, ci aspetta una lunga fila per ritirare i biglietti acquistati online, che potrebbe essere facilmente evitata, con risparmio di personale e di tempo delle persone partecipanti.
Ancora l’ultima sorpresa: per raggiungere la sala teatro Borgna, che non conoscevo nonostante frequenti l’Auditorium dal secondo anno della sua inaugurazione, dopo il controllo dei biglietti, ancora un lungo corridoio (mi chiedo se la sala, visto che è a pianterreno sia dotata di uscite di sicurezza verso l’esterno).
La sala è particolare, con impianto di amplificazione, ma ha il giusto, contenuto, numero di posti per uno spettacolo come questo.
L’inizio, con un leggero ritardo, forse dovuto alla necessità di attendere chi ancora non è riuscito a ritirare il biglietto, non entusiasma: i quattro musicisti eseguono un brano sconosciuto (poi preciseranno che a note canzoni napoletane alternano anche loro musiche). L’amplificazione è eccessiva, solo dopo sarà regolata meglio.
La magia inizia con la comparsa di Erri De Luca. Colpisce il profondo contrasto tra la mitezza che lo caratterizza, nel fisico, nel tono della voce, nell’italiano con leggero accento, e la forza dirompente delle sue parole. Spesso parole di pace, contro la violenza.
Parole destinate a rimanere, ad arricchirci (penso che citerò spesso la sua prima affermazione sui poli che hanno dimensioni diverse e di come il SUD sia più grande del Nord), a commuoverci (il ricordo della madre, tra musica e cucina napoletana, e la delicatezza del figlio che confessa di non mangiare più, da quando è morta, la parmigiana di melanzane), che inducono a tristi considerazioni sulle guerre di oggi, quando rievoca le sofferenze di Napoli per i bombardamenti, a entusiasmarci.
Ecco è l’entusiasmo che travolge poi per tutta la serata le persone presenti (immagino quasi tutte napolidi, come me (anche se nata a Salerno, ma per caso), e come la coppia di amici che trovo seduta accanto).
L’entusiasmo ci travolge anche per la musica, anche questa magica, eseguita da quattro musicisti non solo virtuosi, che stupiscono con i loro strumenti, che siano quelli più tradizionali come il violino, la chitarra, il contrabbasso e il mandolino, per passare a oud e tamorre.
Peccato solo che non siano previste repliche del concerto, lo consiglierei volentieri.
Rai Cultura ricorda – “Lina Merlin. La Senatrice”, in onda domenica 15 ottobre alle 16.20 su Rai Storia.
13 ottobre 2017Rai Cultura ricorda – nel giorno del cento trentesimo anniversario della nascita – con il documentario “Lina Merlin. La Senatrice”, in onda domenica 15 ottobre alle 16.20 su Rai Storia.
e a Milano nel quadro delle iniziative promosse in occasione del 130° anniversario della nascita di Lina Merlin
LA MILANO DI LINA MERLIN
Venerdì 20 0ttobre 2017
Ore 12.00 – Deposizione di fiori al Famedio – Cimitero Monumentale di Milano
Ore 15.00 – Tavola Rotonda – Seminario di formazione presso la Sala Conferenze dell’ Archivio di Stato di Milano,Via Senato 10
L’iniziativa dispone dell’autorizzazione a partecipare in orario di servizio per il personale delle scuole di ogni grado e ordine
Su richiesta, sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Sicilia. Si vota senza doppia preferenza. Ma c’è il listino.
12 ottobre 2017Riceviamo da Daniela Domenici i dati di genere delle imminenti elezioni regionali siciliane, utili per elettori e elettrici.
5 novembre 2017 Elezione del Presidente e dell’Assemblea regionale siciliana
12 ottobre 2017Alla caccia dei dati sulle elezioni regionali in Sicilia, dopo una ricerca sul sito del Ministero dell’Interno che ci ha portato a Eligendo, sconsigliato dal nostro antivirus, abbiamo dirottato su WIKIPEDIA, utile per chi volesse leggere anche le note e trovare nei prossimi giorni gli aggiornamenti: link https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_regionali_in_Sicilia_del_2017
Ecco quanto scrive WIKIPEDIA:
Le elezioni regionali in Sicilia del 2017 si terranno nell’isola, secondo l’art. 3 dello Statuto speciale, domenica 5 novembre 2017. Le consultazioni varranno per l’elezione diretta del presidente della Regione Siciliana e dei 70 deputati all’Assemblea regionale siciliana.
Dalle elezioni regionali del 2017 i deputati regionali scendono a 70, di cui:
- 62 deputati su 70 sono scelti tramite sistema proporzionale in collegi provinciali, con il metodo dei più alti resti e voto di preferenza, con uno sbarramento elettorale al 5% su base regionale per ciascun partito;
- i seggi proporzionali sono distribuiti unicamente a livello provinciale;
- la distribuzione a livello provinciale (proporzionale alla popolazione e quindi variabile ogni legislatura) è di: 6 seggi per la provincia di Agrigento, 3 per Caltanissetta, 13 per Catania, 2 per Enna, 8 per Messina, 16 per Palermo, 4 per Ragusa, 5 per Siracusa, 5 per Trapani;
- fino a 7 deputati (tra cui il Presidente) sono eletti con il listino regionale del candidato presidente per raggiungere la soglia di 42 seggi di maggioranza;
- 1 deputato è riservato al candidato presidente non eletto più votato.[5].
Sistema elettorale
Per la prima volta dal 1947 il numero dei deputati regionali che saranno eletti scenderà da 90 a 70[1]. Il sistema elettorale regionale in Sicilia prevede un metodo misto a turno unico, che vede i 70 eletti con queste modalità:[2]
- 62 – scelti tramite sistema proporzionale su base provinciale, con il metodo dei più alti resti e voto di preferenza, con uno sbarramento elettorale al 5% regionale per ogni singola lista;
- 7 – (il 10%), tra cui il Presidente eletto, vengono eletti con un listino regionale come premio di maggioranza al candidato presidente più votato;
- 1 – diviene deputato regionale il miglior candidato presidente non eletto.
Il voto alle liste provinciali e alla lista regionale avviene su scheda unica, ma con possibiltà di voto disgiunto (Art. 8, Legge Regionale 3 giugno 2005, n. 7). Una coalizione non può superare i 42 seggi su 62 nei collegi provinciali perché scatti il listino regionale, o scatta fino al raggiungimento dei 42 eletti su 70. In questo caso i seggi non assegnati vanno redistribuiti alle altre liste che hanno ottenuto seggi nei collegi provinciali.
Candidature
Il 20 settembre 2017 è stato pubblicato in Gazzetta il decreto di convocazione dei comizi elettorali e la ripartizione dei seggi nei collegi provinciali[3]. Le candidature a presidente e le liste sono state presentate il 5 e il 6 ottobre 2017 con scadenza alle ore 16:00 del 6 .
Questi i candidati alla presidenza: (more…)
Testi a fronte nuova legge elettorale per Camera e Senato
10 ottobre 2017Pubblicato dalla Camera dei deputati il testo a fronte della nuova legge elettorale sul quale il Governo ha posto la fiducia
W.Tocci, Interrogazione al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini
10 ottobre 2017
– Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. –
Premesso che nelle disposizioni generali del decreto ministeriale n. 44 del 23 gennaio 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 59 dell’11 marzo 2016, del processo di riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, si individuano quali obiettivi generali della riforma: “rendere più efficiente l’amministrazione periferica di tutela del patrimonio
culturale”; la necessità che, nelle soprintendenze di archeologia, belle arti e paesaggio (SABAP), “sia assicurata la presenza di tutte le professionalità specifiche richieste per un adeguato svolgimento delle funzioni di tutela del patrimonio culturale”; “la necessità di valorizzare il patrimonio archeologico della Nazione”. Più in generale, l’intento è l’affermazione di una visione olistica del patrimonio culturale, come ribadito in più occasioni dallo stesso Ministro in indirizzo;
considerato che:
la riorganizzazione del sistema delle soprintendenze sul territorio nazionale provoca in diversi casi effetti opposti rispetto a quelli prefissati dall’intervento normativo;
nella separazione tra musei e soprintendenze la suddivisione del personale determina in alcuni casi la mancanza del numero minimo di competenze che sono necessarie per lo svolgimento degli adempimenti di legge;
nella separazione si creano difficoltà logistiche e gestionali nell’utilizzo degli strumenti comuni, soprattutto delle documentazioni d’archivio indispensabili per lo svolgimento dei compiti di istituto;
l’attribuzione delle professionalità non sempre corrisponde alle responsabilità che devono assolvere le diverse strutture territoriali;
la frammentazione delle competenze spesso smentisce la promessa del principio olistico e anzi rende impossibile la gestione integrata di sistemi culturali di forte carattere unitario;
le disfunzioni sopra richiamate trovano esempi concreti in molte realtà territoriali, come negli esempi che seguono;
a Roma è clamorosa la smentita del principio olistico. I Fori e il Colosseo sono ricaduti sotto la responsabilità di una nuova soprintendenza denominata “parco archeologico”, la cui competenza si arresta a porta Capena, non comprendendo l’importante area del foro Boario che ne è parte integrante. Qui subentra un’altra soprintendenza appellata come “speciale”, la quale gestisce soltanto un piccolo tratto che termina a porta San Sebastiano. Dalle mura, infatti, il cammino ricade sotto la gestione del parco archeologico dell’Appia, il quale, a sua volta, opera nello stesso territorio di competenza di una preesistente istituzione di emanazione regionale, conosciuta come parco dell’Appia. Infine, su varie parti insiste da sempre anche la soprintendenza capitolina che gestisce beni di grande rilievo, ivi compresi i Fori imperiali e il circo di Massenzio. Pertanto, sono ben 5 le istituzioni, tre statali, una regionale e una comunale, preposte al governo della più importante area archeologica del Paese;
l’estrema frammentazione di competenze impedisce la gestione integrata del complesso Fori-Appia, il quale è sempre stato considerato un sistema unitario proprio in base agli studi e alle pianificazioni che gli uffici ministeriali hanno promosso a suo tempo con il coinvolgimento della cultura urbanistica romana, di Italo Insolera, Antonio Cederna e Leonardo Benevolo;
inoltre, la recente sentenza del Consiglio di Stato ha precisato che il direttore del parco archeologico del Colosseo svolge funzioni di valorizzazione tecnica ed economica e solo “sporadicamente” si occupa anche di tutela. Da tale autorevole dichiarazione nasce quindi l’interrogativo su chi debba svolgere la tutela di uno dei più importanti monumenti al mondo, visto che la riorganizzazione ministeriale ha lasciato scoperta proprio tale funzione;
ancora, l’Appia antica non solo è separata dall’area archeologica centrale, di cui rappresenta la naturale prosecuzione, ma anche separata da sé stessa, essendo stato escluso dalla sua competenza il “I miglio” della strada dove sono situati importanti monumenti. Tale articolazione rappresenta un grave ostacolo per lo sviluppo di progetti culturali e la gestione della strada antica. All’opposto, sono stati inclusi nel parco archeologico siti estranei o comunque diversi dalla via Appia. Si pensi a Lucrezia Romana, Sette bassi e al parco degli acquedotti, i quali gravitano piuttosto intorno alla via Tuscolana in condizioni logistiche e infrastrutturali lontane dalla strada antica. Oltre tutto il nuovo parco dell’Appia è privo di una sede agibile per le attività tecniche e amministrative, ed è dotato di scarse entrate proprie, pur trattandosi di un territorio molto vasto e ricchissimo di monumenti con elevati costi di conservazione e tutela. Inoltre, l’esiguo personale impiegato non è in grado di soddisfare un livello ottimale di tutela, che ricomprenda la gestione degli scavi, dei restauri, dei progetti mirati alla crescita e la realizzazione dei servizi per i visitatori;
in Sardegna, con la separazione del sistema dei musei, passati in gestione al polo museale regionale, le soprintendenze hanno perso la sede materiale in cui facevano confluire i dati delle ricerche sul territorio. Emblematico è il caso del museo archeologico nazionale di Nuoro, nato grazie alla presenza di un nucleo periferico della soprintendenza archeologica del nord Sardegna. I dipendenti sono stati divisi tra due uffici: quello del nucleo periferico della soprintendenza, che però è rimasta senza una sede, assegnata al polo museale regionale, e quello appunto del polo, al quale alla fine è rimasto solo il personale di custodia del museo archeologico. Divise, le due realtà sono diventate troppo piccole per costituire un ufficio efficiente. Inoltre, i tecnici, i pochissimi storici dell’arte e architetti, così come gli sparuti archeologi e restauratori, hanno scelto in massa di restare nelle soprintendenze, mentre i custodi sono passati per legge al polo, il quale è invece sprovvisto delle necessarie professionalità. Attualmente, sugli 11 musei sardi solo 2 hanno un direttore. Il museo archeologico nazionale di Sassari ha un reggente provvisorio; al museo archeologico nazionale di Nuoro, al compendio garibaldino e al memoriale Garibaldi di Caprera, alla pinacoteca di Sassari e all’antiquarium di Porto Torres ci sono solo i custodi. Infine, il sito preistorico di monte d’Accòddi e il nuraghe di Barùmini, proclamato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, hanno una precaria gestione che funziona solo per la collaborazione dei rispettivi Comuni;
in Campania, la nuova organizzazione ha seguito spesso criteri irrazionali e comunque non fondati sul piano culturale e territoriale ed è stata realizzata senza un’adeguata ripartizione delle professionalità necessarie. L’unione tra Salerno e Avellino registra una scarsissima dotazione di personale qualificato, ad esempio sono disponibili soltanto tre archeologi. Parimenti, la situazione è allarmante nelle altre province campane, in quanto si annotano un solo archeologo per la provincia di Caserta e uno per il centro storico di Napoli. Con il nuovo parco archeologico dei Campi flegrei si è operata una netta cesura tra la tutela dei monumenti e quella del territorio che rimane sotto la competenza della soprintendenza. La soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei ha ceduto gran parte del suo territorio a favore della soprintendenza dell’area metropolitana di Napoli, senza tenere conto dei confini comunali. È il caso di Castellammare di Stabia, dove la collina del Varano e la reggia del Quisisana restano affidate a Pompei. Diversamente, il resto del territorio comunale è transitato sotto la direzione della soprintendenza della città metropolitana, eccezion fatta per una piccola parte di Gragnano, coincidente grosso modo con l’antica Stabiae. A Torre Annunziata, invece, è rimasta con la soprintendenza di Pompei solo l’area delle ville, insieme allo spolettificio e la real fabbrica d’armi. A Boscoreale la villa Regina e l’antiquarium, a Torre del Greco villa Sora, a Lettere il castello. Infine, appare discutibile la scelta di attribuire alla soprintendenza di Pompei il polverificio borbonico di Scafati (Salerno). Infine, la soprintendenza della città metropolitana non dispone dei documenti e degli archivi, poiché sono rimasti in capo alla soprintendenza di Pompei;
in Lombardia, la nuova SABAP di Mantova, Cremona e Lodi non ha ereditato né sedi fisiche, né struttura amministrativa di precedenti istituti, e dispone di personale adeguato per garantirne il funzionamento. Oltre tutto, emerge un generale indebolimento della figura professionale dell’archeologo. La mancanza di un soprintendente archeologo in tutta la regione non favorisce la reale comprensione delle problematiche che richiedono il possesso di specifiche competenze tecniche;
in Friuli-Venezia Giulia si è spezzata la tradizionale gestione unitaria dei beni di Aquileia: museo archeologico nazionale, museo paleocristiano e aree archeologiche. La nascita del polo museale nazionale ha comportato la dispersione del sito fra ben 3 soggetti: Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, SABAP e una fondazione pubblico-privata. Il passaggio automatico di tutti i custodi al polo museale ha comportato gravi scompensi organizzativi per la soprintendenza, fino a non poter assicurare l’apertura al pubblico dei beni di sua competenza; è stata azzerata la sorveglianza durante l’intero arco della giornata, salvo sporadici controlli da parte dei custodi. Inoltre, la nomina nel 2015 dei direttori dei musei del polo (teoricamente 6 strutture) è stata effettuata solo per Aquileia, mentre sono rimasti vacanti Cividale, Grado e Miramare. Pur gestendo 4 musei archeologici, il polo museale dispone solo di funzionario archeologo, 2 storici dell’arte e un architetto; e risultano del tutto inadeguati anche gli uffici amministrativi e tecnici,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno presentare al Parlamento una relazione dettagliata sullo stato d’attuazione della riorganizzazione delle soprintendenze di archeologia, belle arti e paesaggio e se ritenga raggiunti gli obiettivi di efficienza amministrativa individuati;
quale programma operativo e finanziario sia stato approntato per applicare le norme secondo coerenti quadri organizzativi e di gestione del personale;
quale struttura del Ministero si occupi a tempo pieno della tutela del Colosseo e dei Fori dal momento che la sentenza del Consiglio di Stato ha precisato che l’attuale direttore del parco archeologico svolge solo “sporadicamente” tale delicatissima funzione;
se, dopo aver costituito il parco archeologico autonomo dell’Appia antica, separandolo dalla soprintendenza di Roma, abbia provveduto a dotare l’istituto di mezzi e risorse per il suo mantenimento e la sua crescita.
Legislatura 17 Atto di Sindacato ispettivo n. 4-08157 Atto n. 4-08157
Pubblicato il 3 ottobre 2017, nella seduta n. 888
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=01045374&stampa=si&toc=no
La stanza del figlio
8 ottobre 2017Ieri ho visto su La7 il secondo film della serie Caro Nanni.
Quando La stanza del figlio uscì, nel 2001, non andai a vederlo.
Troppo recente il mio dolore, misto a rabbia, ancora troppo recente il mio pianto durante il funerale, per la morte di Tito (il cui nome ricordava il nonno materno. Tito De Stefano), un ragazzo brillantemente laureato, che abitava nel mio palazzo, da bambino compagno di giochi dei miei figli.
E troppo recente, allora, il dolore per lo strazio della mamma (sopravvissuta a lui solo pochi anni) e dell’intera famiglia.
Da allora ogni anno l’Accademia Nazionale dei Lincei, al fine di onorare la memoria del Dott. Tito Maiani, prematuramente scomparso, con i fondi messi a disposizione dalla famiglia Maiani, anche a seguito di una pubblica sottoscrizione tra amici e colleghi, bandisce un concorso a un Premio, destinato a tesi di laurea su argomenti di ricerca riguardanti:
– lo studio sperimentale dell’Universo, anche in collegamento alla fisica delle particelle
elementari;
– la rilevazione di onde gravitazionali da sorgenti astrofisiche e cosmologiche;
– lo studio sperimentale delle proprietà del campo gravitazionale.
Tito era morto durante un’immersione e sembra che proprio a quella tragedia si sia ispirato Nanni Moretti.
Ieri sera non ho pianto.
Il film è asciutto, non cade mai nel melodramma, descrive con un rispetto che non è distacco i sentimenti che coinvolgono il padre, con i suoi sensi di colpa, la sorella e la madre, che si abbandona alla disperazione.
La stanza del figlio scava nella dinamica dei rapporti tra loro, fino a concludersi nell’ultima scena, che ricorda alcuni finali di Fellini altrettanto pieni di significato, con i tre non più uniti nell’abbraccio in cui avevano cercato conforto alla notizia dell’incidente.
Grazie, Caro Nanni. E grazie a La7.
TRAINO VERDE Una giornata fra cielo, terra e il mondo vegetale Roma, 14 Ottobre 2017 Ore 10.00 – 18.00 Ex-Cartiere Latine Via Appia Antica 42
7 ottobre 2017
Partecipate! Ingresso libero
Tanti anni fa il WWF internazionale fece una campagna informativa che mirava a sensibilizzare il mondo sulla scomparsa delle foreste tropicali. I manifesti recitavano “Quest’anno ci siamo giocati …” e seguiva il nome di una nazione, intendendo che sulla Terra quell’anno era scomparsa per cause umane un’estensione di verde grande come quella nazione. Campagna giustissima e purtroppo attuale ancora oggi.
Ma dovremmo accorgerci anche molto facilmente e banalmente, della scomparsa, qui in Italia, del suolo fertile, come predicava già a suo tempo Antonio Cederna.
Secondo l’ISPRA, nel già Bel Paese si è passati dal 2,7% di suolo fertile complessivamente consumato negli anni ’50 a livello nazionale, al 7,0% nel 2015.
In altre parole, sono stati consumati, in media, più di 7 mq al secondo per oltre 50 anni.
In termini assoluti, in Italia sono oggi irreversibilmente persi circa 21.100 kmq, più o meno l’estensione della Toscana. Potremmo mutuare lo slogan di cui sopra “Dagli anni cinquanta a oggi ci siamo giocati la Toscana.”
La giornata del 14 ottobre ha appunto lo scopo di sensibilizzare sotto vari aspetti questa problematica, che è senz’altro più sentita di qualche anno fa, ma non ancora a sufficienza. E soprattutto, non viene considerata tale dai vari esecutivi, regionali e nazionale.
Il Forum Salviamo il Paesaggio presenta in questa occasione la sua proposta di legge di iniziativa popolare dedicata allo stop al consumo di suolo, e Respiro Verde Legalberi i risultati del lavoro svolto con le amministrazioni di diverse giunte romane insieme a associazioni, ordini professionali e comitati perché sia approvato un Regolamento del Verde e del Paesaggio urbano (Roma è l’unica capitale europea a esserne sprovvista).
La giornata vuole anche essere l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica non solo sull’importanza del suolo, ma anche di quella vita che vi prolifera sopra, di animali, soprattutto di piante.
Non solo le piante che ci forniscono il cibo, ma anche quelle che molto semplicemente ci consentono di respirare e che proteggono e nutrono il suolo stesso. Senza il mondo vegetale, non ci sarebbero né aria, né terra. Non solo quindi, tutela per gli alberi, grandi e piccoli, ma anche per quelle che sprezzantemente chiamiamo “erbacce”.
Tutto questo e anche altro concentrato in una giornata che ci auguriamo rafforzi l’impegno di tutti a preservare l’ambiente e la biodiversità del nostro pianeta.